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Muovinsieme: la ricetta per il benessere fisico e mentale dei bambini
Questa settimana l’articolo che Labsus ci propone per una condivisione e diffusione è un lavoro di ricerca a cura di Stefano Cremonese, dal titolo “Partnership tra organizzazioni pubbliche: il progetto Muovinsieme”.
Cuore dell’articolo è il concetto di scuola come bene comune. Su questo tema, negli ultimi anni, si sono concretizzate interessanti esperienze che sono andate ben al di là della missione formativa che l’ambiente scolastico, in primis, offre. La scuola, infatti, non è solo costituita da insegnanti e studenti, ma è un luogo dove lavorano, si incontrano e cooperano dal personale Tecnico Amministrativo ai collaboratori scolastici, dalle famiglie degli studenti alle istituzioni locali. Si tratta di stakeholder estremamente eterogenei per età, condizioni sociali, ruolo e portatori quindi di bisogni, ma anche di competenze ed esperienze, molto diversi.
Ecco quindi che la scuola, la scuola, diventando bene comune ed aprendosi al territorio, diventa un laboratorio finalizzato ad educare la società alla cooperazione, alla produttività e alla sostenibilità. L’educazione come bene comune ci suggerisce l’autore è, quindi, un nuovo modo di concepire l’educazione, l’istituzione e l’ambiente scolastico stesso. Un luogo di aggregazione sociale, aperto alla comunità negli orari al di fuori della didattica, uno spazio dove le famiglie, le associazioni e le organizzazioni del terzo settore potranno organizzare attività della più diversa natura, stipulando specifiche pattuizioni ed alleanze.
Partendo da questo assunto Stefano Cremonese ci descrive l’esperienza di Muovinsieme, progetto finanziato dal CCM (acronimo di Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie), che vede coinvolte le Regioni Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Lazio e Puglia, con l’obiettivo di sperimentare interventi evidence-based sull’attività fisica a scuola, nell’anno scolastico 2021-2022. Questa sperimentazione è un contributo esemplare di costruzione del tessuto sociale, che diviene utile per consolidare relazioni nuove e senso di appartenenza, un perfetto esempio di partnership tra settori apparentemente lontani tra loro.
Il progetto prevede infatti la collaborazione intersettoriale tra scuola, Aziende Sanitarie Locali e altri stakeholder (genitori, gruppi di volontariato e comune cittadino), che si muovono per la riorganizzazione degli ambienti interni e circostanti l’edificio scolastico. È un progetto che proviene dalle scuole e finalizzato per queste ultime: la pianificazione sociale è utile per realizzare gli obiettivi di educazione in movimento, ovvero una tipologia di didattica innovativa e orientata all’inclusione.
Per conoscere le azioni messe in campo, le metodologie utilizzate e i risultati conseguiti l’invito è a leggere l’articolo integrale di Cremonesi e la tesi allegata.
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