Questo documento accompagna gli incontri pubblici del percorso partecipativo “Un Comune per il futuro”, promosso dai Comuni di Cerignale, Corte Brugnatella e Zerba con il supporto di eco&eco.
Le FAQ raccolgono le domande più frequenti emerse nei territori e offrono risposte sintetiche e basate sulla normativa regionale e sulle esperienze già realizzate in Emilia-Romagna.
I partecipanti sono invitati ad aggiungere ulteriori quesiti o suggerimenti scrivendo a uncomunefuturo@eco-eco.it. Tutte le domande ricevute saranno raccolte in un documento aggiornato di FAQ pubblicato sul sito “PartecipAzioni” https://partecipazioni.emr.it/processes/Un-Comune-per-il-futuro .
La fusione è il processo attraverso cui due o più Comuni contigui si uniscono per costituire un unico nuovo Comune. I precedenti Comuni cessano di esistere come enti autonomi e vengono sostituiti da un’unica amministrazione, con un solo Sindaco e un solo Consiglio comunale.
Il percorso inizia con una deliberazione dei Consigli comunali interessati, approvata con una maggioranza qualificata. Le delibere vengono inviate alla Regione Emilia-Romagna, che promuove un progetto di legge regionale e indice un referendum consultivo nei territori coinvolti. Il nuovo Comune nasce solo se la legge regionale viene approvata.
La denominazione viene proposta già in fase di presentazione della richiesta di fusione. Se ci sono più ipotesi di nome, la scelta può essere rimessa ai cittadini durante il referendum. La sede principale del nuovo Comune viene stabilita dalla legge istitutiva, ma tutti gli edifici municipali continueranno a essere utilizzati come sedi operative o punti di servizio decentrati.
Nel breve periodo, nulla cambia nei servizi: carte d’identità, patenti, codici fiscali e CAP restano validi fino alla scadenza naturale. Le attività e gli sportelli comunali continueranno ad essere operativi nelle attuali sedi, con la possibilità di istituire Municipi di prossimità o Consigli di Municipio per garantire la rappresentanza locale.
Dalla presentazione delle delibere di fusione all’approvazione della legge regionale trascorrono in media 6–8 mesi.
I vantaggi sono diversi, quelli che sono più frequentemente ricordati sono i tre seguenti:
No. I nomi storici dei Comuni e delle località restano e potranno essere utilizzati nei cartelli stradali, nella toponomastica e nei riferimenti culturali. La fusione mira a rafforzare la comunità locale e la capacità di rappresentanza, non a cancellare le identità.
No, la fusione è una scelta volontaria delle amministrazioni e delle comunità. Tuttavia, rappresenta una delle strade più efficaci per mantenere servizi efficienti e una voce più autorevole nei confronti di Regione e Stato, soprattutto per i piccoli Comuni montani.
Le due forme non sono alternative. La fusione può avvenire tra Comuni appartenenti alla stessa Unione. Nel caso specifico i Comuni di Cerignale, Corte Brugnatella e Zerba darebbero origine ad un unico Comune. L’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta continuerebbe ad essere operativa e ad erogare i servizi ad essa conferiti, come avviene oggi.
Il personale dei Comuni confluisce nel nuovo ente, mantenendo diritti e contratti. I bilanci preesistenti vengono sommati e il nuovo Comune approva un bilancio proprio entro 90 giorni dall’istituzione.
Sì. La legge regionale prevede che il nuovo Comune mantenga lo status di Comune montano, accedendo ai benefici e ai fondi previsti per i territori montani.
Sì, diversi Comuni montani (ad esempio Alta Val Tidone (PC), Alto Reno Terme (BO), Valsamoggia (BO), Ventasso (RE)) hanno realizzato fusioni negli ultimi dieci anni, mantenendo i presidi locali e rafforzando le capacità amministrative e progettuali.
I cittadini possono scrivere all’indirizzo dedicato uncomunefuturo@eco-eco.it , partecipare agli incontri o compilare le schede di adesione ai laboratori disponibili sul sito PartecipAzioni - https://partecipazioni.emr.it/processes/Un-Comune-per-il-futuro .
Non vi sono costi significativi a carico dei Comuni. Il referendum è a carico della Regione e gli studi di fattibilità possono essere finanziati da bandi regionali. Eventuali costi di transizione (informatizzazione, aggiornamento modulistica, comunicazione) sono limitati ed una tantum, vengono coperti dai contributi di fusione. Nel breve periodo, le economie di scala e i contributi straordinari generano un saldo economico positivo.
Oggi i tre Comuni di Cerignale, Corte Brugnatella e Zerba dispongono complessivamente di 4 operai comunali, 3 impiegati amministrativi (di cui uno part-time), 2 ragionieri, 2 tecnici a orario ridotto (1 tecnico part-time a Corte Brugnatella e 1 tecnico a 13 ore settimanali ripartite fra Cerignale e Zerba) e un segretario comunale (titolare a Corte Brugnatella e Cerignale, a scavalco a Zerba). Le risorse umane sono quindi limitate e frammentate, con difficoltà di sostituzione e sovraccarichi di lavoro. In caso di malattia o infortunio di un dipendente le strutture amministrative vanno in crisi, non essendovi sostituti. Con la fusione si avrebbe un’unica struttura amministrativa coordinata, capace di gestire in modo integrato ragioneria, segreteria e ufficio tecnico, garantendo una copertura più ampia dei servizi e riducendo duplicazioni e tempi burocratici. L’efficienza non significa ridurre personale, ma lavorare meglio e con più continuità grazie all’unificazione.
Gli incentivi previsti per le fusioni non sono una “scadenza” del progetto, ma uno strumento transitorio pensato per rafforzare il nuovo Comune nella fase iniziale. Dopo i 10 (Regione) o 15 anni (Stato), il nuovo Comune continuerà a esistere e a operare come tutti gli altri enti locali, con un’organizzazione più stabile e una maggiore capacità di gestione.
È importante ricordare che oggi i tre Comuni affrontano fragilità molto concrete e attuali — spopolamento, riduzione dei servizi per la popolazione anziana, carenza di personale tecnico e amministrativo — e la fusione rappresenta una risposta immediata a queste criticità. Concentrarsi sul “dopo” gli incentivi rischia di spostare l’attenzione su un futuro remoto, mentre la priorità è assicurare ora la tenuta dei servizi essenziali e la rappresentanza del territorio. L’obiettivo deve essere utilizzare bene le risorse finanziarie discendenti dalla fusione (per sistemare il territorio, le strade, per erogare servizi agli anziani, alle famiglie e ai bambini ancora presenti sul territorio, con anche l’obiettivo di cercare di attrarre qualche nuova famiglia). Trascorsi i 10-15 anni, il Comune risulterà rafforzato e migliorato e potrà comunque contare sulle proprie entrate e sui contributi previsti normalmente dallo Stato e dalla Regione, come qualsiasi altro Comune.
Inoltre, l’esperienza di altri Comuni fusi (come Alta Val Tidone o Valsamoggia) mostra che i benefici strutturali — risparmi di scala, semplificazione amministrativa, maggiore forza progettuale — restano nel tempo, anche dopo la fine dei contributi.
La fusione tra Cerignale, Corte Brugnatella e Zerba non modifica i legami di prossimità e collaborazione esistenti. Zerba continuerà naturalmente a gravitare verso Ottone per i servizi più accessibili (scuola, farmacia, acquisti, attività sociali), così come Cerignale ha rapporti quotidiani con Bobbio o con Ottone stesso. Le gravitazioni territoriali non hanno un valore amministrativo: definiscono abitudini e reti di vita, non confini istituzionali.
Il nuovo Comune, anzi, potrà valorizzare queste connessioni in modo più forte e coordinato, dialogando con Ottone e con l’intera Alta Val Trebbia su temi condivisi: mobilità, assistenza, turismo, gestione del territorio. La fusione non chiude porte, ma offre un soggetto più stabile e autorevole con cui continuare a costruire relazioni sovracomunali.
Scrivici a uncomunefuturo@eco-eco.it : raccoglieremo tutti i quesiti per il prossimo aggiornamento del documento di FAQ.
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