La città dei matti
#lacittàdeimatti Verso il laboratorio sulla storia della psichiatria imolese
La proposta di un gruppo CUF
Accogliendo l’invito di mandare osservazioni e proposte, come piccolo gruppo di persone appartenenti al Cuf, desideriamo inviare alcune idee che abbiamo condiviso.
Il complesso dell’Osservanza rappresenta il luogo della memoria e della storia e non si può correre il rischio di disperdere tale patrimonio di ricordi e vissuti della città. Sarebbe importante che fossero posti dei “segni “ anche in diversi punti del parco per rappresentare visivamente (l’intero complesso)la sua funzione storica e i gli aspetti culturali di cui è portatore (nell’ottica del superamento dello stigma)
Altresì, come sulle fondamenta si costruisce una casa, occorre però costruire una realtà del presente.
Abbiamo l’opportunità di fondare un centro di documentazione e dialogo legato alla salute mentale e al benessere delle persone. Un laboratorio di sperimentazione con lo scopo di: 1) fare informazione 2) offrire documentazione storica, 3) mantenere un dialogo aperto con la cittadinanza 4) favorire il superamento dello stigma che ancora oggi , sebbene in forme diverse, riguarda la salute mentale.
Questi obiettivi possono rappresentare un collante per la comunità, minacciata da individualismo e solitudine ed essere occasione di incontro coi giovani tramite una programmazione con le scuole e con tutti i cittadini attraverso le associazioni di volontariato.
A) Questo laboratorio può essere la casa, cioè sede per incontri e riunioni, per i gruppi AMA, per i rappresentanti delle associazioni, per gli Esp, per i gruppi teatrali e occasione per la cittadinanza tutta di conoscere cos’è il disagio e anche come prendersi cura di se stessi. Occorre un programma elaborato a livello circondariale e una programmazione ciclica di tutto l’anno che renda sempre aperto questo centro.
B) Proposta organizzativa. Sicuramente diviene fondamentale un lavoro di coordinamento e segreteria per calendarizzare gli incontri e dare ordine al susseguirsi degli appuntamenti. E ‘necessario che qualcuno abbia la responsabilità di aprire e chiudere per evitare che ci siano troppe chiavi in giro. Pensiamo che tale lavoro dovrebbe avere un giusto compenso che ne definisca l’importanza e la continuità. La figura del segretario potrebbe essere affiancata da un CONSIGLIO, eletto da chi ha condiviso il percorso partecipativo, formato da poche persone rappresentative che si impegnano senza oneri a fare da filtro per le proposte che arriveranno dall’esterno valutandone la qualità e la fattibilità.
Nives Caroli
StefanoCavallini
Marta Manuelli
Anna Marchi
Loretta Salaroli
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