GIORNATA DELLA PARTECIPAZIONE 2023
100 Progetti per 10 Principi
INTERAZIONE COSTRUTTIVA
Gli strumenti e le metodologie partecipative usate, on line o in presenza, sono in continuo rinnovamento e distinguere quelle che promuovono il dialogo da quelle orientate a raccogliere una sommatoria di opinioni, può non essere semplice. Come riconoscere la qualità dell’interazione nelle proposte di processi partecipativi?
Se si ritiene che la qualità dell’interazione sia da valorizzare, quale potrebbe essere il contributo del bando 2023?
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Conversazioni con Monia Guarino
Nel processo partecipativo le proposte emergono subito, di pancia e di cuore, anche quando il processo è pensato per gradi. C’è un’urgenza ideativa che potrebbe non lasciar scampo: si va dritti al punto e il resto del tempo si cerca di convincere gli altri. Vero, il bravo facilitatore fa la differenza, ma… e su questo “ma” torneremo un’altra volta. Qui mi soffermo su alcuni spunti sulla qualità dell’interazione: è di qualità quella interazione che favorisce contaminazioni di idee (le proposte di esito sono una sintesi o un aggregato di più proposte o hanno fatto proprio aspetti di altre proposte? O sono nate già così, dall’intuizione di uno, e poi le si sono solo condivise); è di qualità quella interazione che non si conclude con una scelta della maggioranza ma con la creazione di “ponti” per superare le preoccupazioni della “minoranza” (non c’è voto, ma si sintonizzano gli argomenti pro-contro e si trovano terze vie); soprattutto è di qualità quella interazione che fa evolvere le idee con buone domande. Su questo ultimo punto, nel bando accorperei i paragrafi “sollecitazione” e “inclusione” per introdurre un paragrafo dedicato all’”architettura del confronto”: quale struttura verrà dato al dialogo partecipativo perché sia generativo di interazioni complesse? Non è solo una questione di metodi (OST, EASW, Quadro Logico, ecc…) ma di come costruire, condividere e porre buone domande, di come far maturare la consapevolezza nei partecipanti di poter dare e ricevere un contributo dal confronto, di come sedimentare ed evolvere le idee da un incontro e l’altro, di come mantenere il processo aperto ad imprevisti e nuove ispirazioni generate dai chi c’è e da chi non c’è.
In fase di progettazione, a tuo parere è già possibile avere elementi concreti per individuare l'architettura del confronto?
Molto interessante e soprattutto stimolante quanto scrivi: "quale struttura verrà dato al dialogo partecipativo perché sia generativo di interazioni complesse? Non è solo una questione di metodi (OST, EASW, Quadro Logico, ecc…) ma di come costruire, condividere e porre buone domande, di come far maturare la consapevolezza nei partecipanti di poter dare e ricevere un contributo dal confronto, di come sedimentare ed evolvere le idee da un incontro e l’altro, di come mantenere il processo aperto ad imprevisti e nuove ispirazioni generate dai chi c’è e da chi non c’è".
#Monia G., in fase di progettazione, a tuo parere è già possibile avere elementi concreti per individuare l'architettura del confronto?
Molto interessante e soprattutto stimolante quanto scrivi: "quale struttura verrà dato al dialogo partecipativo perché sia generativo di interazioni complesse? Non è solo una questione di metodi (OST, EASW, Quadro Logico, ecc…) ma di come costruire, condividere e porre buone domande, di come far maturare la consapevolezza nei partecipanti di poter dare e ricevere un contributo dal confronto, di come sedimentare ed evolvere le idee da un incontro e l’altro, di come mantenere il processo aperto ad imprevisti e nuove ispirazioni generate dai chi c’è e da chi non c’è".
Si Francesca, in fase di progettazione non solo è possibile ma anche fondamentale individuare la struttura del confronto. I momenti interlocutori con soggetti proponenti/decisori dovrebbero focalizzarsi proprio sul mettere a fuoco l'oggetto del confronto, e per mettere a fuoco intendo proprio individuare la domanda-chiave alla quale rispondere attraverso il contributo partecipativo. Stabilita la domanda-chiave si può costruire attorno le domande "pre" (quelle che accertano le attenzioni al tema e le interpretazioni possibili) e le domande "post" (quelle che valutano le intuizioni e le intenzioni). Poche chiare domande da assumere come traccia-guida, sempre disponibili ad accogliere domande fuori copione, ben vengano le modifiche di questa prima ipotesi di architettura del confronto in sede di tavolo di negoziazione e comitato di garanzia, anzi le prime sedute di questi due organi dovrebbero essere dedicate ad affinare le domande. Inoltre, tratteggiare l'architettura del confronto aiuta a chiarire il senso e il valore del contributo partecipativo. Spesso capita che nella costruzione di questa traccia emerga con più energia come la partecipazione può fare la differenza nella decisione da assumere, e per far sì che questa "differenza" si esprima dovrà emergere anche cosa debba fare il proponente/decisore per creare le giuste condizioni di dialogo e scambio
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