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La prima sessione del Tavolo di Negoziazione segna l’avvio operativo del percorso partecipativo promosso dal Comune di Santarcangelo.
La riunione ha l’obiettivo di costruire una base condivisa e legittimata per l’Opificio di Comunità, attraverso cinque focus principali:
Il Tavolo è composto da due livelli integrati:
La sessione è costruita come spazio tecnico e strategico di messa in comune.
Il confronto si articola attorno alla legittimazione reciproca, alla mappatura della “materia prima” sociale del territorio e all’attivazione delle condizioni operative per dare forma all’Opificio.
Il dialogo prende avvio dal riconoscimento reciproco come co-fondatori del processo e si sviluppa attraverso:
Il valore del percorso non sta nell’inventare da zero, ma nel saper riconoscere, attivare e rendere strategiche le pratiche già presenti, costruendo un modello di benessere fondato sulla intenzionalità collettiva e sulla continuità dell’agire comune.
Domande guida per orientare il confronto
Nel primo incontro è stata posta attenzione alla costruzione di un linguaggio condiviso per dare senso all'Opificio di Comunità. La metafora dell'"opificio" ha generato riflessioni profonde: è emersa l'immagine di un cantiere permanente, un laboratorio artigianale dove la comunità si trova per costruire benessere insieme. Non un luogo fisico unico, ma uno spazio relazionale diffuso dove trasformare i gesti spontanei di solidarietà in scelte strategiche continuative.Il confronto ha fatto emergere che non esiste una sola comunità, ma una pluralità di comunità che l'Opificio deve saper riconoscere e mettere in relazione. La partecipazione ha senso quando le persone si sentono desiderate e non solo convocate, quando il coinvolgimento produce valore riconoscibile per chi partecipa.
Un'intuizione fondamentale ha attraversato tutto l'incontro: a Santarcangelo esistono già pratiche e luoghi che "fanno Opificio" senza chiamarsi così. Prima di inventare dal nulla, serve riconoscere, valorizzare e rendere visibile ciò che già funziona. Solo così potremo capire dove l'Opificio può fare davvero la differenza, individuando bisogni non intercettati e relazioni mancanti. Da questa consapevolezza sono nate due proposte operative concrete: la mappatura dei luoghi accoglienti e la mappatura delle azioni generative del territorio.
Le mappature non sono un semplice censimento, ma strumenti operativi che ci aiuteranno a:
Tra il primo e il secondo incontro, ciascun partecipante è invitato a testare le due mappature segnalando almeno un luogo accogliente e un'azione generativa. Questo lavoro collettivo diventerà la base per le scelte operative del prossimo incontro, dove decideremo insieme su quali bisogni e relazioni concentrare i primi sforzi dell'Opificio.
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