1° incontro del Tavolo di negoziazione

Avatar Riunione ufficiale
22/09/2025 12:59   0 Commenti
09 ottobre
17:30 - 19:00
Conteggio dei partecipanti 33
Organizzazioni partecipanti.

• Amministrazione comunale
• Unione di Comuni Valmarecchia
• AUSL Romagna – Community Lab
• Fondazione Fo.Cu.S
• Consulta dello Sport
• Pro Loco Santarcangelo
• Cooperativa sociale Il Millepiedi
• Cooperativa sociale Centofiori
• Valmarecchia Comunità Solidale
• L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
• Emporio solidale
• Nati con la camicia di jeans APS
• AVIS Santarcangelo

Riferimento: par-MEET-2025-09-621
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Prima sessione del Tavolo di Negoziazione

Opificio di Comunità | 9 ottobre 2025


Obiettivi operativi

La prima sessione del Tavolo di Negoziazione segna l’avvio operativo del percorso partecipativo promosso dal Comune di Santarcangelo.
La riunione ha l’obiettivo di costruire una base condivisa e legittimata per l’Opificio di Comunità, attraverso cinque focus principali:

  • consolidare le motivazioni e la legittimazione reciproca dei partecipanti come co-fondatori dell’Opificio.
  • mappare in modo partecipato le risorse territoriali disponibili, valorizzando competenze, spazi, relazioni e pratiche già attive.
  • definire i contributi concreti che ciascun soggetto può attivare nell’immediato per l’avvio del percorso.
  • identificare bisogni e fragilità non ancora intercettati, come base per un welfare anticipatorio e generativo.
  • chiarire le aspettative reciproche tra i soggetti coinvolti nell’alleanza pubblico–privato sociale–comunità.

Partecipanti

Il Tavolo è composto da due livelli integrati:

  • il nucleo fondativo - partner dell’accordo preliminare e attori strategici del “chilometro quadrato”;
  • l’allargamento strategico: rappresentanze organizzate, reti educative e solidali del territorio.

Focus metodologico

La sessione è costruita come spazio tecnico e strategico di messa in comune.
Il confronto si articola attorno alla legittimazione reciproca, alla mappatura della “materia prima” sociale del territorio e all’attivazione delle condizioni operative per dare forma all’Opificio.

Articolazione del confronto

Il dialogo prende avvio dal riconoscimento reciproco come co-fondatori del processo e si sviluppa attraverso:

  • la mappatura delle risorse già presenti (competenze, relazioni, spazi, esperienze);
  • l’individuazione dei contributi attivabili da ogni soggetto coinvolto;
  • a lettura condivisa dei bisogni territoriali emergenti;
  • la definizione trasparente delle aspettative reciproche nell’alleanza.

Cornice strategica

Il valore del percorso non sta nell’inventare da zero, ma nel saper riconoscere, attivare e rendere strategiche le pratiche già presenti, costruendo un modello di benessere fondato sulla intenzionalità collettiva e sulla continuità dell’agire comune.

Domande guida per orientare il confronto

  • Quali pratiche di collaborazione, cura e mutuo aiuto sono già presenti nel nostro territorio e meritano di essere rese visibili, strategiche e continuative?
  • Perché proprio noi possiamo essere il nucleo fondativo di questo cambiamento? Qual è la responsabilità che possiamo assumerci?
  • Qual è la “dote sociale” che Santarcangelo già possiede e può mettere a disposizione dell’Opificio (relazioni, tradizioni, spazi, competenze diffuse)?
  • Cosa possiamo attivare concretamente da subito per avviare il processo?
  • Quali bisogni oggi non intercettati possono trovare risposta attraverso forme nuove di alleanza tra pubblico, privato sociale e comunità?
  • Quali relazioni oggi mancano e andrebbero generate per tessere un benessere realmente condiviso e anticipatorio?
  • Quali aspettative reciproche vogliamo esplicitare fin da subito per rendere l’alleanza solida, trasparente e generativa?
Biblioteca Comunale Antonio Baldini
Via Giovanni Pascoli, 3, 47822 Santarcangelo di Romagna RN

Report e materiali

Report


Sintesi


Un linguaggio comune per l'Opificio

Nel primo incontro è stata posta attenzione alla costruzione di un linguaggio condiviso per dare senso all'Opificio di Comunità. La metafora dell'"opificio" ha generato riflessioni profonde: è emersa l'immagine di un cantiere permanente, un laboratorio artigianale dove la comunità si trova per costruire benessere insieme. Non un luogo fisico unico, ma uno spazio relazionale diffuso dove trasformare i gesti spontanei di solidarietà in scelte strategiche continuative.Il confronto ha fatto emergere che non esiste una sola comunità, ma una pluralità di comunità che l'Opificio deve saper riconoscere e mettere in relazione. La partecipazione ha senso quando le persone si sentono desiderate e non solo convocate, quando il coinvolgimento produce valore riconoscibile per chi partecipa.

Riconoscere ciò che già esiste

Un'intuizione fondamentale ha attraversato tutto l'incontro: a Santarcangelo esistono già pratiche e luoghi che "fanno Opificio" senza chiamarsi così. Prima di inventare dal nulla, serve riconoscere, valorizzare e rendere visibile ciò che già funziona. Solo così potremo capire dove l'Opificio può fare davvero la differenza, individuando bisogni non intercettati e relazioni mancanti. Da questa consapevolezza sono nate due proposte operative concrete: la mappatura dei luoghi accoglienti e la mappatura delle azioni generative del territorio.

Le due mappature operative

Mappatura dei luoghi accoglienti

  • Cosa mappiamo: luoghi fisici, simbolici o temporanei dove si genera prossimità, ascolto e solidarietà spontanea. Spazi in cui le persone - anche quelle meno visibili - possono sentirsi riconosciute e accolte senza necessariamente ricevere un servizio formalizzato.
  • Perché: per rendere visibile l'accoglienza già praticata nel territorio, far emergere presenze e soggetti oggi invisibili, individuare vuoti relazionali e zone di esclusione.
  • Criteri di riconoscimento: un luogo è accogliente quando le persone possono accedervi senza spiegazioni, si percepisce cura non burocratica, favorisce incontri tra persone diverse, è attraversabile anche da chi è ai margini, genera appartenenza oltre l'erogazione di servizi.

Mappatura delle azioni generative

  • Cosa mappiamo: pratiche, iniziative e collaborazioni già attive che producono benessere collettivo, relazioni di mutuo aiuto e risposte a bisogni condivisi. Azioni che "fanno Opificio" senza necessariamente chiamarsi così.
  • Perché: per riconoscere e valorizzare ciò che già funziona, far emergere competenze e risorse diffuse, individuare pratiche episodiche che meritano di diventare strutturali, comprendere quali modalità collaborative generano più valore.
  • Criteri di riconoscimento: un'azione è generativa quando coinvolge più soggetti in collaborazione, produce benefici oltre i singoli partecipanti, attiva risorse e competenze diffuse, crea connessioni tra persone o organizzazioni diverse, genera nuove possibilità.

Come utilizzeremo le mappature

Le mappature non sono un semplice censimento, ma strumenti operativi che ci aiuteranno a:

  • costruire una narrazione condivisa di ciò che già esiste nel territorio;
  • identificare bisogni non intercettati e relazioni mancanti;
  • individuare le priorità operative per l'avvio dell'Opificio;
  • progettare i primi patti di collaborazione concreti;
  • rendere visibile e riconoscibile l'identità dell'Opificio.

Tra il primo e il secondo incontro, ciascun partecipante è invitato a testare le due mappature segnalando almeno un luogo accogliente e un'azione generativa. Questo lavoro collettivo diventerà la base per le scelte operative del prossimo incontro, dove decideremo insieme su quali bisogni e relazioni concentrare i primi sforzi dell'Opificio.


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