+Terza sessione del Tavolo di Negoziazione "aperto"
Opificio di Comunità | 20 novembre 2025
Obiettivi operativi
La terza sessione del Tavolo di Negoziazione rappresenta il passaggio cruciale dalla visione condivisa dell'Opificio alla sua traduzione operativa. Dopo aver individuato i bisogni non intercettati, le relazioni mancanti e le proposte concrete, l'incontro ha l'obiettivo di costruire il patto fondativo che darà forma giuridica e operativa all'Opificio di Comunità, attraverso cinque focus principali:
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co-elaborare il Patto di Collaborazione che tradurrà operativamente i principi, le priorità e gli impegni condivisi nella cornice del Regolamento per l'Amministrazione Condivisa;
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condividere gli impegni specifici che ciascun soggetto può assumere formalmente nei prossimi 12 mesi, definendo responsabilità chiare e sostenibili;
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costruire il cronoprogramma operativo con le tappe concrete di attuazione, scandendo tempi e modalità di avvio delle prime linee produttive dell'Opificio;
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preparare il Documento di Proposta Partecipata che consegneremo all'Amministrazione comunale, contenente linee guida per la governance, proposta gestionale per la cabina di regia e primo Patto di Collaborazione;
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concordare l'utilizzo dello spazio PartecipAzioni per la raccolta delle ultime proposte e per la co-scrittura collaborativa del documento finale.
Partecipanti
Il Tavolo continua a essere composto dai due livelli integrati:
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il nucleo fondativo - partner dell'accordo preliminare e attori strategici del "chilometro quadrato";
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l'allargamento strategico - rappresentanze organizzate, reti educative (CET), reti solidali attive e nuovi soggetti emersi dal processo.
Focus metodologico
La sessione è costruita come cantiere operativo di formalizzazione. Si passa dall'identificazione delle priorità alla traduzione in impegni concreti, sostenibili e verificabili. Il confronto si articola attorno alla responsabilità condivisa: non più "cosa serve al territorio" ma "cosa possiamo fare noi concretamente".
Articolazione del confronto
- Il dialogo si sviluppa attraverso un percorso progressivo di concretizzazione:
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ricognizione delle azioni prioritarie emerse nel secondo incontro;
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definizione degli impegni operativi che ciascun soggetto può assumere formalmente, specificando risorse (spazi, competenze, tempo, strumenti) messe a disposizione;
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costruzione delle alleanze operative identificando con chi collaborare per attivare le prime linee produttive;
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drafting collaborativo del Patto di Collaborazione attraverso la condivisione di bozze, integrazioni e finalizzazione del documento;
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definizione del cronoprogramma con scadenze, tappe intermedie e momenti di verifica collettiva.
Cornice strategica
Il terzo incontro segna il passaggio dalla spontaneità relazionale alla scelta strategica intenzionale. Non si tratta più di riconoscere ciò che già esiste, ma di decidere collettivamente cosa impegnarsi a costruire insieme, con quale responsabilità e con quali modalità. Il Patto di Collaborazione non è un documento burocratico ma lo strumento giuridico che trasforma i gesti di cura in diritti e doveri reciproci, dando forma operativa alla sussidiarietà circolare tra pubblico, privato sociale e cittadinanza attiva.
La sfida è tradurre i principi condivisi - produzione di relazioni, reti ibride, ascolto in movimento, spazi di appartenenza - in impegni concreti e verificabili, mantenendo la leggerezza e la flessibilità necessarie per processi generativi.
Domande guida per orientare il confronto
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Tra le azioni emerse nel secondo incontro, quali possiamo realizzare concretamente nei prossimi 12 mesi? Quali hanno maggiore urgenza? Quali sono più sostenibili come primo passo?
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Quali risorse specifiche possiamo mettere a disposizione dell'Opificio? Pensiamo a spazi fisici, competenze professionali, tempo dedicato, strumenti operativi, reti di contatto, know-how specifico.
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Con chi vogliamo collaborare per attivare le prime linee produttive? Quali alleanze operative sono necessarie? Chi manca ancora al tavolo per realizzare le azioni prioritarie?
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Quali impegni operativi sono realmente sostenibili per la nostra organizzazione/realtà nel breve periodo? Come bilanciare ambizione e fattibilità? Come evitare sovraccarichi?
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Quali 2-3 impegni concreti possiamo assumere formalmente nel Patto di Collaborazione? Cosa siamo pronti a scrivere nero su bianco come nostro contributo specifico all'Opificio?
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Come garantiamo che il Patto sia generativo e non ingessante? Quali margini di flessibilità e sperimentazione prevediamo? Come valutiamo l'efficacia degli impegni assunti?
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Cosa ci aspettiamo reciprocamente in questa alleanza? Quali sono le aspettative nei confronti dell'amministrazione comunale, del privato sociale, della cittadinanza attiva? Come le rendiamo esplicite e condivise?