Cucinasorriso
#Cucinasorriso Nutrirsi di relazioni per vivere con gusto
Un possibile manifesto per CucinaSorriso
COMUNITÀ PRIMA DEL SERVIZIO • Siamo più di una cucina popolare: siamo uno spazio di vita condivisa dove ogni persona contribuisce a costruire un'esperienza di comunità autentica e significativa.
LA FORZA DEL DONO • Fondiamo la nostra azione sulla gratuità e sulla reciprocità. Il volontariato non è solo un mezzo operativo, ma l'essenza stessa del nostro essere comunità.
APERTURA UNIVERSALE • Accogliamo tutti, senza distinzioni o categorizzazioni. La nostra porta è aperta a chiunque desideri partecipare alla costruzione di questo progetto comune.
VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE • Riconosciamo nella diversità dei partecipanti una ricchezza fondamentale. Le differenti esperienze, culture e competenze sono il tessuto che rende unica la nostra comunità.
RADICAMENTO TERRITORIALE • Siamo parte integrante del territorio e delle sue dinamiche. Il nostro impegno si estende oltre le mura della cucina per raggiungere anche le aree più isolate della comunità.
MEMORIA COLLETTIVA • Raccogliamo e custodiamo storie, tradizioni e vissuti personali, consapevoli che la memoria condivisa è un elemento essenziale per costruire legami duraturi.
GOVERNANCE PARTECIPATIVA • Adottiamo un modello organizzativo non gerarchico, dove i ruoli si definiscono in base alle competenze e alla disponibilità di ciascuno, valorizzando ogni contributo.
EQUILIBRIO DINAMICO • Manteniamo un bilanciamento costante tra struttura e flessibilità, tra organizzazione e spontaneità, per rispondere efficacemente alle esigenze della comunità.
RELAZIONI AUTENTICHE • Promuoviamo interazioni significative tra tutte le persone coinvolte, superando le tradizionali distinzioni tra chi offre e chi riceve il servizio.
BENESSERE COLLETTIVO • Lavoriamo per costruire insieme un luogo che generi benessere non solo individuale ma collettivo, dove il nutrimento va oltre il cibo per abbracciare la dimensione relazionale e social
Il dibattito si è concluso il 20/12/2024 20:15 con queste conclusioni:
La sfida della trasformazione comunitaria
Il superamento del modello tradizionale basato sulla dinamica donatore-beneficiario richiede una profonda riflessione sulla natura stessa dei servizi solidali. L'elemento strategico evidenziato nei contributi è la necessità di lavorare sulla percezione collettiva di questi spazi, trasformandoli da potenziali luoghi di isolamento o ghettizzazione in autentici centri di comunità.
Costruire relazioni di reciprocità
La creazione di relazioni autentiche può essere stimolata attraverso l'implementazione di piccole ma significative pratiche di responsabilizzazione. Un esempio concreto emerso è la proposta di ripensare la gestione delle tovagliette: invece di trovarle già posizionate sui tavoli, gli ospiti potrebbero essere invitati a prenderle autonomamente all'ingresso. Questa semplice azione, apparentemente marginale, può diventare un gesto simbolico di partecipazione attiva.
La comunicazione come strumento di trasformazione
Un aspetto fondamentale evidenziato è la necessità di strutturare una comunicazione bidirezionale. Questo si manifesta in due modalità: comunicazione in entrata, attraverso strumenti come il "manifesto di CucinaSorriso" e le regole fondamentali stampate sulle tovagliette, che trasmettono i valori e i principi del servizio; comunicazione in uscita, mediante la creazione di canali strutturati per raccogliere feedback, suggerimenti e riflessioni da parte degli ospiti.
La struttura dei valori
È interessante notare la proposta di riorganizzazione del manifesto dei valori, ponendo "Apertura Universale" come primo principio seguito da "Benessere Collettivo". Questa gerarchia visiva non è casuale, ma riflette una precisa scelta di comunicazione dei valori fondanti del servizio.
Raccomandazioni per l'Implementazione
Per realizzare questa trasformazione, si suggerisce di:
- sviluppare ulteriori meccanismi di partecipazione attiva che vadano oltre la semplice fruizione del servizio;
- creare occasioni strutturate di scambio e dialogo tra tutti i partecipanti;
- implementare un sistema di monitoraggio dell'efficacia delle iniziative nel generare autentico senso di comunità.
Questa trasformazione richiede un impegno costante e la disponibilità a ripensare continuamente le pratiche operative in funzione dell'obiettivo di costruire una comunità più coesa e solidale.
Vi invitiamo a condividere le vostre riflessioni su una sfida cruciale del nostro tempo: in un'epoca in cui l'efficienza e la standardizzazione sembrano dominare ogni aspetto della vita sociale, come possiamo trasformare un servizio solidale, come la distribuzione del cibo a chi ne ha bisogno, in un'autentica esperienza di comunità? Partendo dalla vostra esperienza , quali opportunità e quali ostacoli vedete nel superare la tradizionale dinamica donatore-beneficiario per costruire invece relazioni di vera reciprocità? Il vostro contributo a questa discussione è prezioso per esplorare insieme il potenziale trasformativo delle relazioni autentiche nella costruzione di una comunità più coesa e solidale
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5 commenti
Elemento strategico per i servizi a bassa soglia e’ lavorare sulla percezione collettiva sul carattere necessario di comunità (e non di isolamento o di ghetto)
a mio parere al fine di superare la dinamica donatore-beneficiario potrebbe essere utile responsabilizzare gli ospiti anche con piccoli gesti:
ad esempio la tovaglietta di carta invece che essere posizionata sul tavolo potrebbe trovarsi all'ingresso, ognuno prende la sua e la tovaglietta dovrebbe contenere il "manifesto di cucinasorriso" e-o alcune regole fondamentali.
In questo modo si instaurerebbe tramite un piccolo gesto simbolico (prendere la tovaglia) un rapporto.
La comunicazione però deve essere in entrata e in uscita, in questo modo si comunica, ma andrebbe strutturata anche una modalità di ricezione delle comunicazioni.
Gran bel manifesto!
Da un punto di vista visivo, mi piacerebbe si iniziasse con APERTURA UNIVERSALE, poi a seguire BENESSERE COLLETTIVO e gli altri punti in ordine alfabetico
Conversazioni con andrea vorabbi
Darei anche un'evidenza alla parte relativa alle culture alimentari.
Cibo è elemento di aggregazione, di relazione così come può essere un'opportunità per tutti la conoscenza delle abitudini alimentari degli altri. Sarebbe bello raccogliere anche queste "storie", così come sarebbe bello organizzare eventi culinari a tema dove i protagonisti che si sono raccontati offrono l'esperienze del gusto delle loro terre
questa è una proposta d'azione (x l'altra sezione)
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