Comune di Cervia
MUSA Museo del Sale di Cervia
Ecomuseo del Sale e del Mare
Associazione Culturale Circolo Pescatori Cervia La Pantofla
Associazione Culturale Il Gelso ODV
Atlantide soc.coop.
Libera Università per Adulti
Cervia Volante - Aquilonisti
Amici di San Vitale
Associazione F.E.S.T.A
Per dare forma operativa al Registro delle Eredità Immateriali, rifletteremo insieme su:
NOTE - Il secondo appuntamento mantiene la chiamata aperta ma strutturata. I partecipanti del primo laboratorio tornano con maggiore consapevolezza e portano altre persone che possono contribuire. Chi era assente il 20 ottobre ha l'opportunità di sperimentare da capo il percorso di riconoscimento del patrimonio.
Il terzo laboratorio di pensiero ha rappresentato il momento di ricomposizione dell’intero percorso partecipativo. Dopo aver mappato gli elementi identitari nel primo incontro e definito cosa la comunità riconosce come eredità nel secondo, questo appuntamento ha concentrato l’attenzione su come rendere operativo il passaggio dal patrimonio alla trasmissione: quali processi lo sostengono, quali soggetti sono coinvolti e come organizzare una governance capace di valorizzarli. La discussione è partita da una domanda centrale: come si custodisce un’eredità culturale? La riflessione ha mostrato che il patrimonio non si conserva attraverso un semplice archivio, ma attraverso una comunità capace di mantenere vive pratiche, saperi e forme di relazione. Il terzo laboratorio ha quindi lavorato per costruire un modello condiviso che renda visibile e praticabile questo processo di continuità. La restituzione raccoglie e riorganizza quanto emerso nei tre incontri, integrando gli approfondimenti sviluppati dallo staff di progetto e dal Tavolo di negoziazione e collegando le intuizioni del gruppo con esperienze analoghe di altre comunità patrimoniali.
Il gruppo ha chiarito che patrimonio ed eredità non coincidono.
Il patrimonio è l’insieme delle possibilità culturali disponibili; l’eredità è la parte che la comunità riconosce come essenziale e che si impegna a trasmettere. Diventa eredità ciò che è praticato, condiviso e rielaborato nel tempo. Se non è vissuto, non è ereditabile. Ciò significa che la comunità cervese non è solo depositaria del passato, ma soggetto attivo nella sua trasformazione. La continuità non consiste nel ripetere, ma nel riattualizzare.
Il terzo laboratorio ha costruito la logica del futuro Registro delle Eredità Immateriali, non come un elenco statico, ma come strumento che accompagna la trasmissione.
Il Registro avrà tre funzioni: chiarire cosa diventa eredità, rendere pubbliche le responsabilità della trasmissione e creare le condizioni perché pratiche e saperi restino vivi. Sono stati individuati gli ambiti tematici che organizzeranno il Registro: linguaggi e oralità, mestieri e saperi, rituali e memorie, socialità, pratiche alimentari, folklore, paesaggio vissuto.
Una parte centrale del confronto ha riguardato la definizione della Comunità Patrimoniale, intesa non come organo formale ma come insieme di persone e gruppi che contribuiscono attivamente alla continuità del patrimonio. La comunità patrimoniale è il luogo in cui il patrimonio “accade”: qui un sapere viene riconosciuto, trasmesso, interpretato e rimesso in circolo. La sua forza risiede nella responsabilità condivisa, non nella rappresentanza.
Il laboratorio ha definito tre ruoli che permettono alla comunità di agire il processo del tramando: depositari – coloro che incarnano direttamente una pratica o un sapere; esploratori-custodi – chi intercetta, documenta e accompagna l’emersione di un’eredità; narratori-interpreti – chi restituisce senso, connessioni e significati rendendo l’eredità comprensibile e pubblica. Questi ruoli non sono gerarchici né esclusivi: insieme compongono l’intero ciclo della trasmissione.
Per rendere stabile il processo, il gruppo ha immaginato un Albo aperto e volontario che raccolga le persone disponibili a svolgere i tre ruoli del tramando.
Non si tratta di un albo professionale, ma di un dispositivo di visibilità e accessibilità, utile per sapere chi ascolta, chi documenta, chi accompagna e chi restituisce.
È stato definito un modello di funzionamento semplice e sostenibile, scandito in cinque passaggi: segnalazione continua, attivazioni periodiche, documentazione concentrata, incontro comunitario unico e candidatura/iscrizione delle eredità. Il modello evita sovraccarichi, valorizza le competenze diffuse e trasforma il Registro in un rito collettivo periodico.
Gli esiti del terzo laboratorio costituiscono la base della futura Carta della Comunità Patrimoniale Cervese, il documento che sintetizza l’intero percorso e che sarà alla base della proposta partecipata da presentare all’Amministrazione comunale per l’aggiornamento del Regolamento REIC.
Questo contenuto è inappropriato?
È possibile accedere con un account esterno
0 commenti
Sto caricando i commenti ...