Parole Passi Sogni 2024
Generazioni Narranti
1° Laboratorio intergenerazionale
- I libri di Mompracem
- Gli amici di Erodoto
Nell'ambito del Festival letterario Passi Parole Libertà, sarà organizzato un laboratorio partecipativo intergenerazionale.
Cerchiamo giovani dell'età 10-13 anni e persone over 65 per mappare in modo innovativo il territorio di Marano.
Vorremmo creare una mappa costellata dai racconti e dai vissuti delle persone partecipanti, ci piacerebbe individuare i luoghi che, all'interno del territorio di Marano risultano significativi per la cittadinanza.
Report e materiali
Il workshop si è svolto all’interno della terza giornata della tappa del festival che si svolge ogni anno ad aprile a Marano sul Panaro, dal titolo “Passi Parole Libertà". È stato chiesto alle persone partecipanti di mappare in modo collaborativo il territorio di Marano sul Panaro. In fase progettuale il laboratorio era pensato diviso in gruppi, guidati da domande stimolo. Il setting presente e la difficoltà di coinvolgimento delle persone ha fatto optare le facilitatrici per un lavoro in plenaria. I partecipanti hanno quindi condiviso alcuni luoghi ai quali sono affezionati o ai quali sono legati particolari ricordi della propria vita.
Luoghi individuati
- Teatro di Kia: inizialmente questo spazio era chiamato informalmente “Teatro Primo Maggio” prendendo il nome dalla via adiacente. In tempi recenti è stato rinominato in memoria di Chiara Bosi detta Kia, venuta a mancare prematuramente a causa della leucemia. Lo spazio è comunale e la gestione non è affidata ad esterni, pertanto il teatro resta a disposizione delle associazioni che vanno a comporre il programma di eventi.
- Piazza Matteotti: si ricordano le feste di paese e i momenti conviviali vissuti. Uno degli elementi dirimenti legati allo spazio è la scelta di pedonalizzare la piazza. Marano fu uno dei primi comuni ad adottare questa scelta, seppur fossero presenti malumori tra la cittadinanza. Il sindaco dimostrò una visione lungimirante sull’utilizzo degli spazi pubblici;
- Albero in mezzo a piazza Matteotti: una cittadina racconta di non vivere a Marano ma di essere affascinata dall’albero al centro, che rappresenta a suoi occhi l’albero della vita. Oltre ad essere iconico per la visione che suscita, viene addobbato in alcuni momenti civici e ricorrenze. Ad esempio, nella giornata contro la violenza sulle donne attorno all’albero vengono posizionate delle scarpe rosse;
- In generale gli organizzatori del festival vorrebbero aumentare le iniziative che si svolgono all’interno del paese e in luoghi più centrali.
- Fiume Panaro (parco fluviale): luogo iconico per il territorio è il fiume che accompagna il territorio dal comune di Marano a quello di Pavullo. Spesso le persone che non vanno al mare nei periodi estivi vivono i corsi d’acqua, tra cui il Panaro. In passato si era diffuso il termine “Marano Marittima” proprio per la propensione alla balneazione. Purtroppo di recente si riscontrano degli incidenti, talvolta mortali, lungo il corso del fiume, infatti sta venendo meno il passaggio di conoscenze tra i punti più sicuri e quelli più pericolosi.
- La casona: questo spazio viene raggiunto spesso in bici, dalle persone che poi frequenteranno le sponde del fiume per fare dei pic-nic o tuffarsi nelle sue acque.
- Sayonara: lungo il corso del Panaro il locale Sayonara rappresentava un punto d'incontro per la beat generation. Qui era presente uno spazio per ballare e un jukebox per la scelta della musica. Ad oggi lo spazio è cambiato, è presente un ristorante che spesso ospita ricevimenti.
- Cafè Nazionale: era il bar dei genitori di Leo, uno degli organizzatori del festival. Sui racconti e le narrazioni legate a questo luogo è stato scritto il libro “la terapia del bar” che presenta uno spaccato di vita ad oggi mutato, punto di ritrovo di relazioni, amicizie e con regole sociali differenti. Durante il workshop sono stati letti alcuni passaggi del testo, evocativi dell’atmosfera presente.
- Acetaia Sereni: viene nominato questa azienda come esempio per il processo di produzione dell’aceto balsamico, lavorazione che può durare anche 15 anni. Questi sono luoghi importanti e interessanti dal punto di vista delle tradizioni e rappresentano uno spaccato antropologico da evidenziare. Di fatto le botti nelle quali vengono fatti i travasi che via via si rimpiccioliscono (dalla regina a quelle di dimensioni minori), rappresentano la dote tramandata alle generazioni future delle famiglie proprietarie. I passaggi sono visibili anche dai nomi incisi sulle botti stesse. Questo spaccato rimanda alla sua versione più comunitaria delle acetaie comunali, ad oggi presenti nei territori di Vignola, Spilamberto e Castelvetro, questi luoghi sono gestiti da associazioni che si occupano della produzione dell’aceto balsamico.
- Città del luppolo: recentemente il comune di Marano ha riscoperto un’antica coltivazione di luppolo. Ad oggi si stanno conducendo delle ricerche sperimentali, in collaborazione con l’università per riscoprire questa varietà autoctona. Grazie a questi ritrovamenti da qualche anno viene svolta all’interno del comune la festa della birra, tuttavia questa ricorrenza non rappresenta ancora un elemento di tradizione nella vita della comunità.
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