Connettere visioni, plasmare spazi
#plasmiamospazi Percorso per i Centri Giovanili del futuro
Primo incontro Tavolo di Negoziazione e Comitato di Garanzia
Alice Milano, Matilde Galli e Irene Mazzanti - Servizio Politiche Giovanili Unione Comuni Savena Idice
Floriana Cino - Cooperativa Sociale Seacoop
Federico Lambertini – CEFAL
Alessia Cuomo - Comune di Ozzano dell’Emilia
Giorgio Gavioli - Libera Bologna
Facilitatrici
Sara Branchini - Centro Antartide
Valentina Visani – Centro Antartide
In collegamento da remoto per il Comitato di Garanzia:
Daniele Donati - Università di Bologna
Roberto Maffeo - Pedagogista Unione dei Comuni Savena Idice
Pasquale Pagano - Extintion Rebellion
Presentazione del progetto e condivisione dei prossimi step progettuali.
Report e materiali
L’incontro è stato introdotto dalle referenti dell’Ufficio Politiche Giovanili e dalle facilitatrici, che hanno riassunto le premesse del progetto e le finalità del percorso partecipativo. A partire da una tradizione di attenzione agli spazi dedicati all’aggregazione giovanile da parte dell’Unione dei Comuni Savena Idice, e dalla constatazione di una grande fatica nel coinvolgimento e nella partecipazione attiva dei giovani, prende avvio questo percorso partecipativo dedicato al coinvolgimento della popolazione giovanile (target 14/22 anni) nell’aggiornamento dei programmi dei Centri Giovanili.
Un primo ascolto nella cornice del progetto BEE NEXT ha restituito l’immagine di giovani che prediligono spazi liberi e non presidiati, ma anche sofferenti per una comunità adulta poco propensa a vedere e considerare le loro necessità: è fondamentale andare oltre l’ascolto per costruire un’attivazione che nasca delle loro priorità.
L’obiettivo del percorso “Connettere Visioni, Plasmare Spazi” sarà quello di riavviare un'azione di ascolto e di coinvolgimento dei giovani e delle giovani del territorio per ripensare a degli spazi a loro dedicati, a partire dai Centri di aggregazione giovanili territoriali con particolare attenzione al Pianoro Factory che nacque proprio da un percorso partecipativo. Dopo una prima fase che prevede la diffusione di un questionario tramite buchetta postale a tutte le ragazze e i ragazzi di Pianoro, oltre che a tappeto nelle classi terze della Scuola secondaria di primo grado, si prevede di invitare i giovani e le giovani a far parte di un gruppo di lavoro che avvii un percorso di ripensamento del Pianoro Factory anche in vista della programmazione dell’incarico della prossima gestione dello spazio. Sono state contestualmente illustrate modalità di sviluppo del progetto nella sua durata.
Sono state infine illustrate modalità di composizione, ruoli e modalità di lavoro del Tavolo di Negoziazione del progetto e del Comitato di Garanzia, cogliendo l’occasione per l’istituzione formale di entrambi. Le facilitatrici hanno poi aperto al contributo dei partecipanti sull’impostazione e le modalità del percorso.
I partecipanti hanno condiviso come la fatica a coinvolgere ragazzi e ragazze della fascia di età delle scuole superiori e primissimi anni dell’Università dopo la pandemia si sia rivelata un’impresa sempre più difficile. È stato anche condiviso l’“identikit” di massima dei e delle giovani, in particolare in merito alla conferma che l’online, una volta terminata la situazione dovuta alla pandemia Covid, ha perso la sua attrattiva come forma ideale di collegamento reale, in particolare dalle realtà di Extinction Rebellion e di Libera. Grande è il bisogno di presenza. Anche l’ecoansia diffusa manifesta un profondo senso di solitudine nonostante la connessione sia costante.
Ci si è inoltre interrogati su quali siano le leve necessarie per attivare e mantenere la fiducia ed il coinvolgimento dei giovani in questa fascia di età, e se l’online possa essere lo spazio adatto per farlo. Il Tavolo si è trovato concorde nel constatare come l’utilizzo degli strumenti online da parte del “mondo adulto” risulti spesso goffo e non adeguato, soprattutto perché percepito come l’invasione di uno spazio dedicato prevalentemente all’intrattenimento. Quindi si ritiene necessario che la mediazione con l’adulto segua altri canali, ed il “ritorno alla buchetta” può essere il punto di partenza. Questi nuovi tentativi di ingaggio dovrebbero puntare a dare piccoli rimandi man mano che il percorso prende forma.
È emersa anche la necessità di pensare ad incentivi per coloro che impiegheranno il loro tempo in questo percorso. Alcune proposte sulla falsariga della Younger Card, che siano capaci di esprimere il senso della partecipazione volontaria.
Evidenziata da parte di Seacoop la differenza, sia in termini di vita sul territorio sia di modalità di comunicazione, all’interno della fascia di età 14/22 anni, molto ampia, e la proposta di diversificare sia le lettere in buchetta sia la lettura dei risultati in base ad una suddivisione per fasce d’età più ristrette.
Da parte del Cefal si sottolinea la mancanza di spazi di aggregazione autogestiti e l’importanza del ruolo dell’adulto come funzionale agli interessi dei e delle giovani, sottolineando come considerino rilevanti adulti che possano essere abilitanti rispetto ai loro progetti. In questo senso si potrebbero proporre attività di peer education che coinvolgano gli studenti del Cefal (ad esempio per la preparazione di cocktail analcolici o per piccole riparazioni).
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