Connettere visioni, plasmare spazi
#plasmiamospazi Percorso per i Centri Giovanili del futuro
Secondo incontro Tavolo di Negoziazione e Comitato di Garanzia
Federico Lambertini – CEFAL
Elena Salvucci – Casa del Cuculo
Giorgio Gavioli - Libera Bologna
Sara Trillini – Libera Bologna
Daniele Donati - Università di Bologna per il Comitato di Garanzia
Spazio per fare il punto a seguito delle prime azioni partecipate.
Report e materiali
L’introduzione dell’incontro a cura delle referenti delle Politiche Giovanili dell’Unione dei Comuni Savena Idice e delle facilitatrici di Centro Antartide è stata occasione di riepilogo di quanto emerso dai tre incontri in presenza al Pianoro Factory in seguito agli inviti diffusi in buchetta a tutte/i i residenti tra i 14 ed i 22 anni, alle attività già in programmazione - in particolare insieme all’educatore/rapper Kyodo ed il ripensamento degli arredi insieme a Collettivo Franco - oltre che per un affondo analitico in merito alle modalità di coinvolgimento dei/delle giovani in questo senso.
- Se è vero, infatti, che non si è arrivati ad un forte coinvolgimento di ragazze/i esterne/i al Factory, coloro che già la frequentano hanno per la prima volta lavorato insieme con modalità nelle quali non erano riusciti ad immergersi fino ad oggi.
- Un’ulteriore riflessione in merito al cambiamento delle modalità di coinvolgimento: rispetto al precedente percorso, che grazie al “reclutamento diretto” ha permesso di raggiungere la compilazione di oltre 500 questionari sui territori dell’Unione, l’invio della lettera in buchetta non ha permesso di raggiungere gli stessi risultati (sono stati infatti compilati una ventina di questionari).
- Alta tra i ragazzi del Factory la percezione del rischio nel muoversi verso Bologna, una novità rispetto a quanto rilevato in passato. Le dinamiche di gruppo sembrano problematizzarsi nel momento dell’incontro con i gruppi appartenenti ad un altro territorio. Sempre inerente al tema delle dinamiche che si formano in occasioni di gruppo, si è pensato di organizzare un incontro dedicato esclusivamente alle ragazze che frequentano il Pianoro Factory. Si è notata infatti, negli incontri precedenti, la loro difficoltà ad esprimere le proprie opinioni in presenza dei ragazzi, dai quali faticano ad allontanarsi, anche fisicamente.
Tra le questioni che restano aperte, al termine di questi tre incontri, l’effettiva necessità di avere spazi fisici per ragazze e ragazzi in questa fascia d’età, le modalità di partecipazione che risultino più efficaci al fine di favorirne il coinvolgimento, e quali siano gli spazi da creare, o da potenziare, al fine di accompagnarne l’empowerment.
Elena Salvucci - ha condiviso e sottolineato le difficoltà di ingaggio per questa fascia d’età. Come Casa del Cuculo hanno messo in campo modalità simili a quelle presentate ma senza ottenere una risposta convincente. Tuttavia, un migliore riscontro si ha nel rapporto diretto con il singolo. Anche a fronte di richieste soddisfatte, nate dai/dalle ragazzi/e stessi/e, si rileva poi una scarsa capacità di essere costanti nel mantenerle vive. Un’autogestione degli spazi si è rivelata utile in alcune occasioni.
Le occasioni di incontro che hanno avuto maggior successo sono invece quelle che hanno visto il coinvolgimento di influencer locali. Le criticità riscontrate si sono manifestate anche nella difficoltà di ingaggiare le ragazze: la loro area gaming attrae solo i ragazzi.
Vengono in particolare evidenziati due fattori:
- La difficoltà ad uscire dalla zona di comfort, probabilmente per paura
- Il pregiudizio verso qualsiasi evento organizzato nel proprio paese
Sara Trillini e Giorgio Gavioli - ritengono che siano necessarie risorse che permettano di sentirsi in uno spazio sicuro, tenendo in considerazione il fatto che le necessità variano nella fascia d’età under 18 e over 18. La tendenza è, infatti, quella di definirsi “per negazione”. Anche loro hanno notato la paura di spostarsi in gruppo: la propria comunità di appartenenza diventa infatti lo spazio sicuro di cui sopra. Le domande in merito alla possibilità di scardinare queste dinamiche restano al momento
irrisolte. Per quanto riguarda la dimensione di genere, creare un’opportunità specifica e tematizzata per ragazze può essere rischiosa se non inquadrata soltanto come fase propedeutica ad un coinvolgimento a più ampio raggio. La pratica delle attività di coinvolgimento, più del contenuto in sé, può creare una condizione di fiducia per cui emergono tematiche altre percepite come rilevanti.
Federico Lambertini – al centro delle dinamiche sono sempre presenti molta ansia e senso di competizione, enfatizzate probabilmente dal fatto che le relazioni vengono vissute per la maggior parte del tempo attraverso lo schermo dal cellulare. La difficoltà di immaginarsi un futuro da padroneggiare è avallata da quella che hanno gli adulti di riferimento: sono infatti i primi a non immaginare un futuro rassicurante. La difficoltà di convivere con il divario anagrafico viene messa da parte quando ai più grandi si
affidano ruoli specifici.
Si ribadisce l’importanza di creare degli spazi che rispecchino chi li frequenta anche nel momento in cui l’esigenza non è esplicita da parte di ragazze e ragazzi nella fascia d’età in oggetto, al fine di creare occasioni d’incontro che portino sguardi diversi sul mondo che li circonda. A tale proposito, sembra che la percezione della violenza che hanno intorno in senso ampio li mantenga costantemente in una postura di pericolo ed allarme. Sulla base delle riflessioni emerse, il tavolo si conclude con due ipotesi di attività: un incontro tra i gruppi del Pianoro Factory ed altri gruppi giovanili già più strutturati ed impegnati, ed alcune visite organizzate agli Atelier Aperti di Casa del Cuculo.
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