1° Appuntamento - Attivazione

Avatar Riunione ufficiale
01/10/2025 09:33   0 Commenti
26 settembre
18:00 - 19:30
Conteggio dei partecipanti 40
Organizzazioni partecipanti.

ASSOCIAZIONE CUORE DI MAMME
AMNESTY INTERNATIONAL
AVIS SAN LAZZARO
CENTRO MALPENSA
COMITATO CASTEL DE BRITTI
COMITATO GENITORI SCUOLE DONINI
COMITATO MARTIRI, VILLAGGIO MARTINO, PONTEBUCO
COMITATO VAL DI ZENA
COOP DOMANI
COOP SOCIALE PER LUCA
EMPORIO AMALIO
FATTORIA DEL DONO
GRUPPO INGEGNERIA
GRUPPO SCOUT SAN LAZZARO 1
PEDIBUS DONINI
PEDIBUS MARIELE VENTRE
TEATRO SOCIALE

Riferimento: par-MEET-2025-10-644
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Incontro dedicato alla costituzione del Tavolo di Negoziazione, cabina di regia del percorso partecipativo. Presentazione degli obiettivi del progetto, delle quattro tappe del processo (Mappatura, Chiamata, Sperimentazione, Sintesi) e del metodo di lavoro.

Domande guida:

  • In che modo la comunità diventa protagonista nel percorso e nella cura di sé stessa?
  • Come attivare responsabilità diffuse per coltivare, custodire e far crescere le relazioni nella comunità?

Obiettivo: definire insieme il percorso per trasformare la dote sociale e solidale di San Lazzaro da somma di esperienze a ecosistema integrato di amministrazione condivisa.

Municipio di San Lazzaro di Savena – Sala di Città
Via Emilia 92 - San Lazzaro di Savena 40068 – Italia

Report e materiali

Report dell'incontro


Temi emersi dal confronto


Forme di isolamento

Nel confronto collettivo sono emerse cinque forme di isolamento che attraversano la vita quotidiana del territorio:

  • sociale e relazionale, legata alla solitudine e alla mancanza di legami stabili;
  • logistica e territoriale, connessa alla distanza dai servizi e alla carenza di spazi d’incontro;
  • post-traumatica, derivante dalle esperienze di emergenza e dai vissuti di paura;
  • partecipativa e di risorsa, dovuta al ricambio difficile nel volontariato e alla frammentazione delle reti;
  • economica e linguistica, che limita l’accesso alle opportunità per famiglie vulnerabili o straniere.

Queste dimensioni non agiscono separatamente, ma si intrecciano, delineando una condizione di isolamento complesso che richiede risposte integrate e di prossimità.

Contributi di riflessione


  • Volontariato come infrastruttura civile - Il volontariato è percepito come il tessuto connettivo che tiene unito il territorio. Le realtà attive chiedono strumenti per rendere più riconoscibile il proprio impegno e momenti comuni di visibilità. Un evento collettivo dedicato al volontariato può diventare l’occasione per rafforzare appartenenza e collaborazione.
  • Pluralità sociale e racconto della comunità - San Lazzaro non è un territorio omogeneo: esistono differenze di reddito, di vissuto, di condizioni abitative. Dare spazio a queste sfumature è essenziale per evitare narrazioni semplificate. Riconoscere le diverse forme di fragilità e raccontarle con rispetto consente di costruire una comunità più consapevole di sé.
  • Prossimità e mobilità condivisa - Camminare insieme, accompagnare i bambini a scuola, attraversare il territorio a piedi: sono gesti semplici che generano relazioni e senso di cura. Il modello della mobilità dolce-pedibus dimostra come la quotidianità possa diventare esperienza civica e strumento educativo. Resta la sfida del coinvolgimento stabile, che richiede comunicazione continua e supporto organizzativo.
  • Fragilità e rigenerazione post-emergenze - Le esperienze successive all’alluvione hanno messo in luce una vulnerabilità profonda, non solo materiale ma emotiva. La paura, ancora presente, chiede risposte collettive: formazione, supporto psicologico, reti di protezione civile di prossimità. La rigenerazione sociale diventa parte integrante della sicurezza territoriale.
  • Vivere nelle frazioni - Le frazioni più lontane dal centro si sentono spesso marginali. Mancano servizi, negozi, luoghi d’incontro. Il presidio territoriale e le iniziative di socialità, come feste o giornate di comunità, assumono valore strategico. Restare nei propri luoghi anche in età avanzata diventa possibile solo se la rete sociale è viva e visibile.
  • Cura condivisa dei beni comuni - La partecipazione alla gestione di spazi pubblici e terreni agricoli mostra come la collaborazione possa generare appartenenza. Coltivare insieme, condividere prodotti, ridurre sprechi: ogni gesto diventa occasione per costruire fiducia e mostrare l’impatto concreto del tempo donato.
  • Assenza di luoghi e perdita di socialità - In alcuni contesti la chiusura di un negozio, di un bar o di un piccolo emporio ha lasciato un vuoto più relazionale che fisico. Mancano punti di osservazione informale, quei “luoghi-antenna” che intercettano i bisogni e tengono in vita la conoscenza reciproca. Rigenerare anche spazi minimi può restituire coesione e presenza.
  • Genitorialità e primi anni di vita - La nascita di un figlio rappresenta spesso un momento di isolamento. Le famiglie chiedono spazi accoglienti, percorsi accessibili, sostegno psicologico. Offrire opportunità inclusive nei primi mille giorni di vita significa rafforzare il benessere relazionale e prevenire solitudini future.
  • Famiglie migranti e accessibilità linguistica - Molte famiglie straniere vivono il territorio in silenzio, limitate da barriere linguistiche e mancanza di orientamento. Tradurre corsi e informazioni, organizzare attività nelle diverse lingue presenti, significa rendere visibile una parte di comunità che oggi resta ai margini.
  • Educazione e infanzia come leva di cambiamento - I bambini portano nuove abitudini e comportamenti virtuosi nelle famiglie. Investire su percorsi educativi e ambientali rivolti all’infanzia crea continuità tra scuola, territorio e cittadinanza attiva, radicando l’idea che la cura collettiva si apprende fin da piccoli.
  • Arte e memoria del volontariato - L’arte offre un linguaggio capace di unire riflessione e coinvolgimento. Un progetto teatrale o narrativo dedicato alle storie locali del volontariato può trasformarsi in rito civico condiviso, restituendo dignità e riconoscimento a chi ogni giorno sostiene la comunità.

Prime proposte operative


  • Evento annuale del volontariato - Realizzare una giornata collettiva dedicata alle realtà civiche e solidali, come momento di incontro, scambio e riconoscimento pubblico.
  • Sistema delle antenne di comunità - Attivare una rete di cittadini e referenti territoriali in grado di intercettare fragilità, raccogliere segnali e orientare le risposte locali.
  • Banca del tempo e coordinamento delle disponibilità - Strutturare un meccanismo condiviso per organizzare le ore di volontariato e connetterle ai bisogni concreti delle persone e delle frazioni.
  • Rigenerazione sociale post-emergenze - Promuovere percorsi integrati di formazione, ascolto e supporto emotivo per accompagnare la ricostruzione delle comunità colpite da eventi critici.
  • Progetti di prossimità nelle frazioni - Sostenere iniziative di socialità, piccoli interventi infrastrutturali e azioni di presidio relazionale nei territori più isolati.
  • Spazi e reti per la genitorialità - Creare luoghi accessibili per famiglie con bambini piccoli, potenziando i servizi di accompagnamento nei primi anni di vita.
  • Inclusione linguistica e partecipazione delle famiglie migranti - Organizzare corsi, incontri e materiali informativi multilingue, favorendo la partecipazione attiva di tutte le comunità residenti.
  • Percorsi educativi per l’infanzia e la cittadinanza - Integrare scuole, famiglie e associazioni in programmi continui di educazione civica, ambientale e alla cura del territorio.
  • Rigenerazione dei luoghi di incontro - Valorizzare o riattivare spazi pubblici, anche di piccole dimensioni, come presidi sociali e relazionali di quartiere o di frazione.
  • Narrazione e memoria delle esperienze civiche - Raccogliere e condividere le storie di partecipazione, solidarietà e impegno attraverso strumenti culturali e artistici, rendendo visibile il patrimonio sociale di San Lazzaro

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