lI Tecnico di garanzia della partecipazione viene designato, a norma del comma 1 dell’art 8 della LR 15/2018, dal Presidente dell’Assemblea legislativa. Il 17 novembre 2014 la Presidente Costi ha designato il dott. Leonardo Draghetti, Direttore generale dell’Assemblea legislativa
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fonte:{"body":{"it":"<p><strong>Scrivi la tua idea su questa vision e aggiungi altre competenze/conoscenze che ritieni importanti per realizzarla.</strong></p><p>Clicca il bottone COMMENTO e spiegaci la tua idea.</p><p>Se vuoi puoi specificare se, secondo te, si tratta di una </p><ul><li>competenza comportamentale (CC), </li><li>competenza tecnico-professionale (CTP),</li><li>competenza tecnico-specialistica (CTS).</li></ul><p>Nei commenti a questa sezione potrai anche leggere quanto proposto da altri.</p><p>Al termine, non dimenticare di cliccare su INVIA.</p>"},"title":{"it":"Hai una proposta?"}}
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Nel paragrafo Vision e competenze, il mio suggerimento è di usare il termine "linguaggio ampio" al posto di "linguaggio inclusivo".
Tra linguiste femministe c'è una discussione molto interessante sul ragionare sulla parzialità dell’espressione “inclusività”, che continua a presumere che ci siano delle persone “normali” che hanno il potere di decidere di “includere” quelle “diverse”, che, però, in qualche modo si ritrovano a subire un’azione paternalistica.
Per questo la scelta di usare Il linguaggio "ampio" come “convivenza delle differenze” invece che di inclusione o inclusività. Linguaggio ampio è linguaggio in apertura, in ricerca, che tenta di tenere conto di ogni caratteristica umana che può portare a una discriminazione: etnia, religione, estrazione sociale, corpi non conformi, orientamento sessuale, identità di genere.
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Nel paragrafo Vision e competenze, il mio suggerimento è di usare il termine "linguaggio ampio" al posto di "linguaggio inclusivo".
Tra linguiste femministe c'è una discussione molto interessante sul ragionare sulla parzialità dell’espressione “inclusività”, che continua a presumere che ci siano delle persone “normali” che hanno il potere di decidere di “includere” quelle “diverse”, che, però, in qualche modo si ritrovano a subire un’azione paternalistica.
Per questo la scelta di usare Il linguaggio "ampio" come “convivenza delle differenze” invece che di inclusione o inclusività. Linguaggio ampio è linguaggio in apertura, in ricerca, che tenta di tenere conto di ogni caratteristica umana che può portare a una discriminazione: etnia, religione, estrazione sociale, corpi non conformi, orientamento sessuale, identità di genere.
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