È opportuno che le Amministrazioni comunali effettuino un censimento su stato di conservazione ed utilizzo di strutture, infrastrutture e attività antropiche localizzate sugli arenili e comunque in zona P3, in relazione ai livelli di rischio cui tali strutture sono esposte e alla loro vulnerabilità per gli eventi meteomarini attesi, finalizzato a pianificare eventuali necessari interventi di adeguamento e messa in sicurezza. Dovranno essere inoltre individuati gli edifici esistenti non oggetto di disciplina di tutela e complessi turistici all’aperto esistenti, localizzati in zona di tutela della costa e dell’arenile (di cui all’art. 15, comma 4 lettera a, del PTPR), che sarebbe necessario delocalizzare in quanto presentano livelli di rischio tali da non consentire un loro significativo adeguamento alle condizioni di messa in sicurezza.
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Non è sempre vero che le strutture balneari sul litorale non sono delocalizzabili. Esistono diversi esempi di stabilimenti balneari che sono stati ricostruiti in posizione arretrata rispetto a quella originale con duplice vantaggio: maggiore sicurezza per la struttura stessa, meno soggetta agli impatti delle mareggiate, e maggiore disponibilità di spiaggia davanti alla struttura. Inoltre è necessario procedere con una valutazione costi-benefici, soprattutto in termini di sicurezza.
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