Che costa sarà?
#checostasarà La zona costiera e la sfida dei cambiamenti climatici
AT-2.1 -Analisi costi-benefici degli interventi di difesa costiera.
Relativamente ad opere/interventi di difesa vanno considerati i costi di progettazione, di realizzazione, di monitoraggio morfologico e ambientale post opera e i costi delle manutenzioni necessarie in relazione all’orizzonte temporale di riferimento. Per la valutazione dei benefici di un’opera/intervento, o di misure di gestione del litorale, va considerato il “valore” dell'area che viene protetta dall'erosione e dall’ingressione marina sotto i vari aspetti, economici, sociali e ambientali, in funzione della efficacia in rapporto agli obiettivi dati (indicazioni in proposito sono fornite al paragrafo B.3.2.2).
Nel caso di nuove opere a mare, quali barriere parallele emerse o soffolte e pennelli, finalizzate principalmente alla difesa dall’erosione, in fase di progettazione vanno inoltre valutati gli effetti sulle aree costiere limitrofe, i costi derivanti da eventuali effetti negativi (erosione sottoflutto, impoverimento qualitativo delle acque e fondali interclusi, sovralzo del livello marino nello specchio acqueo intercluso durante le mareggiate, creazione e approfondimento di canali di deflusso in corrispondenza dei varchi fra le barriere, approfondimento al piede delle opere lato mare, ecc.), i costi delle relative misure di mitigazione o compensazione, i costi di manutenzione.
Nel caso di nuove difese radenti o argini di difesa interni, finalizzate principalmente alla difesa dall’ingressione marina, particolarmente importanti possono essere i costi correlati ad eventuali espropri delle aree di imposizione, delle misure di compensazione nelle aree naturali o urbanizzate interessate e, soprattutto, i costi di manutenzione a seguito di importanti mareggiate, scalzamento al piede e dell’adeguamento altimetrico in ragione dei tassi di subsidenza locali e dell’innalzamento del livello medio marino.
Nel caso di interventi di ripascimento, finalizzati alla difesa sia dall’erosione sia dall’ingressione marina, sia con l’apporto di sedimenti interni sia esterni al sistema litoraneo, una volta verificata la compatibilità dei sedimenti di apporto con quelli presenti nel tratto costiero di destinazione, si assume come riferimento un effetto sempre positivo per l’area interessata e di beneficio per i tratti costieri sottoflutto, in ragione della distribuzione del materiale con la dinamica costiera, a bilanciare le perdite di sedimenti e di quota per erosione e subsidenza. I costi di manutenzione di un ripascimento sono quelli relativi alla sua “ripetizione”, con volumi anche diversi, e sono intrinseci di una strategia di gestione dei litorali basata su un approccio “morbido”, in linea con i processi naturali, piuttosto che di un intervento a sé stante. I ripascimenti vanno “ripetuti” per gestire i tratti critici, spesso anche protetti da opere a mare, e più in generale per alimentare e mantenere in equilibrio il sistema costiero, in particolare con sedimenti dai depositi off-shore o da altre fonti esterne, e garantire la difesa del territorio dall’ingressione marina.
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